Essere religiosi promuove il benessere mentale? Psicologo risponde così

Negli ultimi due decenni, numerosi studi hanno dimostrato che le persone che seguono una qualche forma di fede religiosa tendono ad avere un benessere psicologico leggermente migliore rispetto a chi non è religioso. Questi risultati non sono stati osservati solo negli Stati Uniti, dove i livelli di religiosità sono tra i più alti nei Paesi sviluppati, ma anche in altre parti del mondo. Molti manuali di psicologia introducono questa idea: essere religiosi migliora la salute mentale.

Ma cosa significa questo per la crescente percentuale di persone che hanno scelto di non seguire una religione? Gli agnostici e gli atei stanno davvero rinunciando a un aspetto importante del loro benessere psicologico in cambio di una discussione filosofica?

L’interpretazione del legame tra religione e benessere

Secondo lo psicologo Mohsen Joshanloo, sia i ricercatori che i leader religiosi potrebbero attribuire troppa importanza al ruolo della religione nel migliorare il benessere mentale. In un articolo pubblicato nel Journal of Pacific Rim Psychology, Joshanloo analizza i dati raccolti in un importante studio ventennale.

Uno dei concetti centrali che Joshanloo sottolinea è che correlazione non implica causalità. Anche se le persone religiose tendono a dichiararsi più felici e soddisfatte, non è detto che sia la religione a causare questa felicità. Potrebbe essere il contrario: le persone già felici potrebbero essere più inclini a essere religiose. Inoltre, potrebbero esserci altri fattori in gioco, come il supporto sociale offerto dalla comunità religiosa.

La religione come rete sociale

Molti ricercatori concordano che avere una rete di relazioni sociali è fondamentale per il benessere psicologico. Le persone che praticano una religione spesso trovano un forte senso di comunità e amicizia nella loro fede. Non è la religione in sé a migliorare la salute mentale, ma piuttosto le interazioni sociali che essa favorisce.

Le persone religiose tendono a godere di una salute mentale migliore di quelle non-religiose.
Le persone religiose tendono a godere di una salute mentale migliore di quelle non-religiose.

La difficoltà di dimostrare una relazione causale

Per provare una relazione causale, bisognerebbe condurre esperimenti rigorosi, cosa quasi impossibile in questo contesto. Joshanloo ha cercato di risolvere questa questione esaminando i cambiamenti nel livello di religiosità e benessere psicologico delle stesse persone nel tempo. Tuttavia, i suoi risultati non hanno mostrato una connessione diretta tra il cambiamento nella religiosità e il cambiamento nel benessere.

Altri fattori che influenzano il benessere

L’analisi di Joshanloo suggerisce che non è la fede religiosa a migliorare direttamente il benessere psicologico, ma piuttosto altri fattori associati alla religione. Oltre alla comunità, la religione offre un senso di scopo e appartenenza a qualcosa di più grande di noi.

Questi benefici, tuttavia, non sono esclusivi della religione organizzata. Le persone non religiose possono trovare questi stessi elementi di benessere in altre attività o filosofie di vita, anche se potrebbe richiedere uno sforzo maggiore per creare e mantenere queste reti di supporto e significato.

Conclusione

Essere religiosi potrebbe offrire alcuni vantaggi in termini di benessere psicologico, ma questi vantaggi sembrano più legati agli aspetti sociali e psicologici della pratica religiosa piuttosto che alla fede stessa. Per chi non è religioso, trovare una comunità, un senso di scopo e un collegamento con qualcosa di più grande può essere altrettanto benefico per la salute mentale.

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