Gli eventi

SPINA 100. Dal mito alla scoperta

01 Giugno – 16 Ottobre 2022
Galleria d’Arte di Palazzo Bellini – Comacchio


C’era una volta Spina, una città etrusca sorta sul Po, a breve distanza dal mar Adriatico, circondata da lagune inframmezzate da boscose lingue di terra. Abitata dagli Spineti e, come si conviene a un porto di mare, frequentata da altre popolazioni, ebbe una vita florida per commerci e scambi dall’ultimo ventennio del VI secolo a.C. fino alla sua distruzione avvenuta nel III secolo a.C. per mano di “barbari”. Di lei si persero le tracce: “Di lei non rimase vestigio alcuno” (Boccaccio), fino al 3 aprile 1922, allorquando riemerse dalla bonifica di Valle Trebba.

Nell’ambito delle iniziative per il centenario della sua scoperta, il Comune di Comacchio, in collaborazione con le altre istituzioni del Comitato promotore delle celebrazioni, ha organizzato la mostra “Spina 100. Dal mito alla scoperta”, ricca di materiali e di raffinate dotazioni multimediali (Comacchio, Palazzo Bellini 30 aprile – 16 ottobre 2022).

L’esposizione, basandosi sugli esiti di scavi e studi condotti nei cento anni trascorsi, narra la storia di questa città, importante sia per gli antichi, sia per noi moderni per la realtà rappresentata dalle necropoli e dall’abitato e per l’indotto che la sua scoperta ha generato, cruciale per la ricerca archeologica nell’area deltizia e per la crescita sociale, culturale ed economica di Comacchio.   

Il visitatore di “Spina 100” inizia il suo viaggio. Ripercorre virtualmente i mutamenti secolari del delta del Po e di quell’habitat affascinante e peculiare, vede i momenti della scoperta, immagini di scavi e scavatori, di notizie di stampa e personaggi illustri, come Alfred Hitchcock, avverte emozioni e reazioni all’insperata fortuna archeologica. Il primo approccio con i materiali è con oggetti non del tutto svelati, ancora in scavo, ma percepibili sotto un leggero strato di terreno. Poi entra nella necropoli, partecipa allo scavo delle tombe, vede la loro disposizione nel terreno dunoso, il plastico generale del cimitero in Valle Trebba e infine i materiali esposti dal vivo. É poi la volta delle case, apprezzabili nella ricostruzione 3D dell’abitato, e dei materiali, esposti per le quattro fasi che si snodano dal 520 a.C. (fondazione di Spina) al III sec. a.C., cui fanno da sfondo coevi corredi tombali, alcuni dei quali tra i più ricchi e rappresentativi. Una “linea del tempo” mette Spina in relazione con altre realtà famose e coeve, Atene, Roma. Alcuni oggetti scorporati dai rispettivi contesti (ceramiche, bronzi), danno corpo ad approfondimenti su temi scelti: il banchetto, il quotidiano, i miti.

Infine, una riflessione sui danni “collaterali” scaturiti dalla scoperta di Spina che hanno favorito la sottrazione di materiali archeologici e l’azione di recupero attuata dalle forze dell’ordine. A un attore è affidata la spiegazione storico antropologica di tali comportamenti da parte di una comunità in mutazione, avviatasi verso la consapevolezza dell’importanza di conservare e tutelare i “tesori” archeologici. Emblematica, accanto a teorie di vasi sequestrati, la ricostruzione di una tomba violata. 

Diversi aspetti testimoniano ancor oggi l’indotto positivo della scoperta di Spina, come la continuità della ricerca archeologica sulla città etrusca e il territorio comacchiese, affidata anche a progetti europei, prestigiosi e di ampio respiro.

Caterina Cornelio – Direttrice del Museo Delta Antico
Prof. Christoph Reusser – Presidente del Comitato scientifico della mostra

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